Scopri la collezione e alcuni degli oggetti esposti più originali

Esplorare il mare attraverso il periscopio

Nel Museo Civico Navale potete scoprire l’unico periscopio funzionante presente all’interno di un edificio civile e originale in tutte le sue parti. Apparteneva al sommergibile Bagnolini, della classe Toti, varato nel 1968 con la specificità di essere un “hunter killer”, un sommergibile progettato e costruito per dare la caccia ad altri sommergibili. Il periscopio venne smontato per essere revisionato, ma poi fu sostituito con un altro modello. Oggi può essere alzato e permette di scorgere il panorama di Carmagnola attraverso la stessa visione di un comandante del sommergibile reale.

Immergersi nelle profondità con un palombaro

Nella collezione del Museo troviamo uno scafandro da palombaro, tra i pochi completi ancora esistenti: è dotato di scarpe appesantite e pesi per evitare che il palombaro potesse risalire durante le fasi di riempimento dell’aria. Sul casco sono presenti le valvole di assunzione dell’acqua, di cui si serviva quando si appannavo i vetri, e di uscita dell’aria, utilizzate quando era riempito accidentalmente con troppa aria. È collegato alla macchina per inviare l'aria e permettere al palombaro di scendere nella profondità marina. Certamente non lavorava comodamente, ma il sistema era efficace.

La muta da incursore

È una muta dei primissimi anni ’60 che presenta un sistema di respirazione analogo a quello utilizzato durante la Guerra, un sistema particolare che ci riporta agli albori della tecnica di immersione di quegli anni. Adottata per compiere gesta di grande audacia e coraggio durante la Seconda Guerra Mondiale, veniva utilizzata dagli incursori per salire sui siluri a lenta corsa e andare ad attaccare le navi presenti in porti nemici.

La Marina Militare Italiana tra storia e modellismo

Sono ospitati diversi modelli navali in varie scale. In alcuni casi si tratta di modelli statici, non motorizzati, ma molto dettagliati e precisi nella realizzazione. In altri, sono dotati di propulsione e possono essere radiocomandati in acqua. Troviamo anche alcuni modelli di cantiere, realizzati prima della grafica computerizzata: oggetti di studio, eseguiti durante le fasi di progettazione della nave, che spesso presentano caratteristiche diverse da quelle finali, ma proprio per questo sono interessanti. Un mondo affascinante dentro il quale si nascondo progetti, gesta e passioni.

L’unicità dei bossoli della Marina Austroungarica

Due bossoli dell’armamento principale delle navi da battaglia austroungariche della classe Viribus Unitis. Sono bossoli calibro 305mm, esemplari di grandi dimensioni, non comuni dal momento che tutte le Marine utilizzavano proiettili separati dalla carica di scoppio. La soluzione del bossolo anche per i grossi calibri fu invece adottata dalla Marina Austroungarica per poter garantire una maggior sicurezza durante la fase di caricamento dell’arma. Sono molto interessanti per le dimensioni e per la relativa unicità di questi pezzi: non ci sono esemplari uguali in altri musei italiani.

L'uniforme del comandante della Nave Reale albanese “Illiria”

Unica vestigia esistente al mondo della Nave Reale albanese “Illiria”, donata dall’Italia al Re Zog di Albania prima dell’annessione dell’Albania al Regno d’Italia, è l'uniforme del comandante Giovanni di Groppello. Oggi non rimane altro della storia di questa nave, demolita nei primi anni ’60, se non l'uniforme. Alle stellette sono state sostituite le aquile albanesi, al posto della fascia azzurra troviamo una fascia rossa, nera e rossa così la cintura e altri piccoli dettagli sono stati modificati per realizzare l’uniforme albanese indossata sulla nave dall’equipaggio italiano.

“La Regia Nave Aquila” e il sogno dell’aviazione navale

Siamo di fronte a una cianografia del progetto della portaerei italiana “Aquila”, sogno di una componente dell’aviazione navale della Marina Italiana, che finalmente ebbe il via libera per poterla costruire dopo la battaglia navale di Capo Matapan (1941). Non venne mai completata e fu demolita dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il disegno, che presenta l’armamento e le soluzioni tecniche adottate, è completo e ci mostra come sarebbe apparsa in servizio. Ne esistono pochissime copie, probabilmente cinque, questa è una delle due presenti in musei italiani.

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